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Isaia Antonaci, born in Sesto San Giovanni (MI) in 1985, after completing his studies at the Brera Academy in Milan, shifted his focus towards martial arts and Eastern philosophies, which have profoundly influenced his artistic approach. His work lies at the intersection of a post-vandal matrix and a path of introspection, where the pictorial sign acquires an intimate and meditative value.

His painting, the result of a process of formal distillation, is deeply inspired by Zen philosophy and the balance between fullness and emptiness. Antonaci expresses himself through “empty” actions and indirect gestures, reflecting a tension between presence and absence, turning the pictorial gesture into an act of awareness. The surfaces of his works, interacting with the environment, become spaces of dialogue between the material and the external world. This approach transforms the material into an expressive vehicle, where each mark is the result of a meditative action, inviting reflection on identity and transformation.

In this context, the works are not simply visual products, but experiences that evolve over time and space. His visual language challenges the boundaries of contemporary painting, creating an interaction between the public and the artwork, where the observer is drawn into a reflection on emptiness and fullness, absence and presence.

Antonaci’s artistic practice combines physical action with spiritual transcendence, leading to a quest for clarity in a context of uncertainty. His works open up multiple possibilities of interpretation, challenging the viewer to embark on a journey of personal rediscovery and a reflection on the role of art in the contemporary world.

ITA

Isaia Antonaci, nato a Sesto San Giovanni (MI) nel 1985, dopo aver completato la sua formazione presso l’Accademia di Brera a Milano, ha progressivamente orientato la sua ricerca verso le arti marziali e le filosofie orientali, elementi che hanno profondamente trasformato il suo approccio artistico. La sua opera si colloca all’intersezione tra una matrice post-vandalica e un intenso percorso di introspezione, in cui il segno grafico e pittorico assume una valenza intima e contemplativa, lontana dalle convenzioni figurative.

La sua pittura, frutto di un processo di distillazione formale, è fortemente ispirata al pensiero Zen e all’equilibrio tra pieno e vuoto. Antonaci si esprime attraverso azioni “vuote” e gesti indiretti, che riflettono una tensione tra presenza e assenza, facendo del gesto pittorico un atto di consapevolezza. Le superfici delle sue opere, interagendo con l’ambiente, diventano spazi di dialogo tra la materia e il mondo esterno. Questo approccio trasforma la materia in un veicolo espressivo, dove ogni segno è il risultato di un’azione meditativa, un invito alla riflessione sull’identità e sulla trasformazione.

In questo contesto, le opere non sono semplici prodotti visivi, ma esperienze che si evolvono nel tempo e nello spazio. Il suo linguaggio visivo sfida i confini della pittura contemporanea, creando un’interazione tra pubblico e opera, dove l’osservatore è coinvolto nella riflessione sul vuoto e sul pieno, sull’assenza e la presenza. 

La pratica artistica di Antonaci unisce l’azione fisica alla trascendenza spirituale, portando a una ricerca di chiarezza in un contesto di incertezza. Le sue opere aprono molteplici possibilità di interpretazione, sfidando lo spettatore a un percorso di riscoperta personale e a una riflessione sul ruolo dell’arte nel mondo contemporaneo.